Viaggiatori
I “viaggiatori” di Enrica Passoni sono presone vere, divenute presenze-assenze attraverso un gioco, serissimo, quasi drammatico, intimamente presente nell’anima dell’artista. Le opere riprendono forme e movenze di figure umane sintetizzate da una riga continua che segue i profili di personaggi non riconoscibili, senza volto, senza caratteri, come ombre vuote, come anime di passaggio.
Siamo così circondati nella realtà, e in questa mostra, da viaggiatori che attraversano la nostra vita quotidianamente, personaggi sfuggevoli che appaiono e scompaiono velocemente e inesorabilmente lasciano una scia, un’impronta nei cuori più sinceri e sensibili.
Enrica ha la straordinaria capacità di rievocare questi passaggi attraverso il senso dell’ascolto, l’artista “sente” questi viaggiatori e li fa’ suoi nelle opere esposte, raccogliendoli attorno a noi nel silenzio della rappresentazione plastica.
L’alternanza tra una presenza e un’assenza, tra un personaggio e l’altro, come in un pentagramma in cui le note non sono identiche e la loro alternanza crea movimento e ritmo vitale all’opera stessa.
Il dialogo ideale che si crea tra la tensione e la compenetrazione delle figure evita che sia una rappresentazione inerte e disarmonica. Le opere di Enrica riescono a stabilire un contatto con il profondo fino ad aprire un varco e raggiungere l’interiorità dell’osservatore più sensibile.
Come in filosofia, le opere dell’artista, non offrono risposte certe ma aprono nuovi orizzonti e nuovi interrogativi particolarmente interessanti.
Animata da un’incessante amore per la ricerca e la sperimentazione di nuovi codici e linguaggi espressivi, Enrica Passoni ospita le sue “figure” nella splendida Reggia della Villa Reale di Monza, aprendo un nuovo dialogo, quello tra l’opera e il luogo, tra il disegno e l’architettura.
E’ una mostra che può lasciare il segno dentro di noi visitatori e al tempo stesso viaggiatori, tracce invisibili ma presenti come in “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino.
“…ogni minuto che passo qui lascio tracce: lascio tracce se non parlo con nessuno in quanto mi qualifico come uno che non vuole aprir bocca: lascio tracce se parlo in quanto ogni parola detta è una parola che resta e può tornare a saltar fuori in seguito, con le virgolette o senza le virgolette ….”
Alberto Moioli